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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Sgarbi Sindaco



Ricordo quando ero più piccolo e guardavo in tv Sgarbi Quotidiani. Mi sembrava una voce fuori dal coro in un periodo nel quale, con Tangentopoli, bastava sapere che eri un politico per essere impiccato. Un po' come dopo la guerra: al posto di pretendere processi giusti, si evitava di dire che c'era una zona grigia, o si era buoni o si era cattivi, ed anche i buoni diventavano cattivi. Ecco, Sgarbi, nei suoi paradossi linguistici, cercava di far capire alla gente che anche se hai rubato, devi subire un giusto processo, e non essere buttato in prigione, senza che ci sia una sentenza. Dallo Stato democratico c'era il rischio di passare ad uno Stato di Polizia. Sgarbi è sopravvissuto in quel periodo e purtroppo ci si ricorda di lui più per lo schiaffo a D'Agostino in tv da Ferrara che di una sua descrizione di un quadro di Michelangelo. Ora lui viene a Sulmona da anni per presenziare al Premio e tutti lo adorano. E mi chiedo il perchè. Una risposta me la sono data. Ed è questa. La gente ama non l'uomo di cultura ma quello che strilla dovunque. Non ha mai letto o acquistato un suo libro ( io si e l'ho trovato interessante, parla su come si rendono brutte delle opere meravigliose grazie a degli asini di urbanisti), sovrappone il suo ruolo culturale con quello televisivo, annullando il primo. Anche Sgarbi dovrebbe sapere che senza la Tv magari avrebbe un redditto molto inferiore a quello attuale e soprattutto poca gente al seguito. Come sempre chi ora lo appoggerebbe per fare il sindaco di questa meravigliosa città pensa che basta un deus ex machina per rendere tutto migliore, per far funzionare il tutto. Questo è soprattutto il pensiero delle destre, ma ora, dato che i contenuti non ci sono più, anche a sinistra ci si adegua. Se fosse effettivamente così i Savoia sarebbero ancora qui, non ci sarebbero state, in tutto il mondo, delle rivoluzioni, per rendere una Nazione libera con il riconoscimento dei vari diritti civili. In Usa avrebbero confermato Trump. Non è così, anzi vi svelo un segreto: è la comunità di persone che fa funzionare il tutto. Dal parcheggiare secondo il codice civile, dall'istruire una pratica amministrativa come si deve, dall'ascoltare le esigenze delle persone, a buttare i rifiuti negli appositi cestini. E poi una cosa che devono fare tutti: studiare e leggere. Anche quando si è grandicelli. Chi sbava dietro a questi personaggi e vuole partecipare alla vita pubblica di una città sbaglia già in partenza.



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